Uomini che odiano le donne. Millenium Vol.1 di Stieg Larsson
Titolo: Uomini che odiano le donne. Millenium Vol.1
Titolo Originale: Män som hatar kvinnor
Autore: Stieg Larsson
Genere: Thriller
Prezzo Cartaceo: € 15,00
Prezzo Ebook: € 8,25
Pagine: 676
Pubblicazione: 4 ottobre 2018
Editore: Marsilio
Collana: Universale economica feltrinelli
Valutazione: ⭐⭐⭐
Trama: Sono passati molti anni da quando Harriet, nipote prediletta del potente industriale Henrik Vanger, è scomparsa senza lasciare traccia. Da allora, ogni anno l’invio di un dono anonimo riapre la vicenda, un rito che si ripete puntuale e risveglia l’inquietudine di un enigma mai risolto. Quando, ormai molto vecchio, Henrik Vanger decide di tentare per l’ultima volta di fare luce sul mistero, l’incarico di cercare la verità viene affidato a Mikael Blomkvist, noto e affascinante giornalista che guida la rivista Millennium, specializzata in reportage di denuncia sulla corruzione e gli affari loschi del mondo imprenditoriale. Aiutato da Lisbeth Salander, giovanissima e abilissima hacker, Blomkvist indaga a fondo la storia della famiglia Vanger. E più scava, più le scoperte sono spaventose.
Recensione: Le imprese Vanger, pur in declino, restano uno dei gruppi societari svedesi più influenti. Merito di Henrik Vanger, amministratore delegato, che è riuscito nell’impresa di tenere unita il più possibile una famiglia allargata molto particolare: dei singoli membri Henrik conosce bene il potenziale e le tare caratteriali (cosa fondamentale per chi deve rispettare la regola voluta dai fondatori del gruppo imprenditoriale, cioè che le quote azionarie rimangano saldamente ancorate alla famiglia di sangue). E’ per questo che, al momento di lasciare la guida del gruppo per sopraggiunti limiti di età, ha individuato nel nipote Martin la persona adatta a sostituirlo.
Nessun problema, dunque, se non fosse per quel cruccio che assilla Henrik da 36 anni: la scomparsa della nipote Harriet, che egli vedeva come sua erede naturale per la guida delle società. Un evento accaduto in un momento di particolare confusione sull’isola di Hedeby (il “regno” della famiglia Vanger), dovuta all’incidente che coinvolse un’autocisterna e per mezza giornata tagliò fuori il luogo da ogni collegamento esterno. Eppure sull’isola, in quella convulsa giornata del 1966, qualcuno ha avuto la freddezza di pensare a togliere di mezzo Harriet e farne sparire le tracce. Presumibilmente la stessa persona che tormenta Henrik inviandogli, ogni anno al suo compleanno, un fiore incorniciato, proprio come usava fare la ragazza prima di scomparire nel nulla.Anche per questo il vecchio Vanger non è riuscito a dimenticare, al contrario di altri membri della famiglia.
“Uomini che odiano le donne” è il primo volume di una trilogia, scritta dallo svedese Stieg Larsson e conosciuta universalmente come “trilogia di Millennium” (dal nome della rivista diretta da Mikael Blomkvist, il giornalista d’inchiesta che nella saga si reinventa investigatore).
La vicenda “gialla” riguardante i Vanger è ben costruita ma non originalissima. In più, sconta qualche “debolezza” (come nella parte che svela la chiave di lettura degli appunti di Harriet, non intuita nel corso dell’indagine ufficiale e invece indovinata da un personaggio secondario della storia).
Piuttosto, a rendere questo libro un’avvincente lettura sono:
- l’intelligenza dell’autore nell’utilizzare la trama per aprire uno squarcio su problematiche sociali diffuse:
- uno stile di scrittura scorrevole e molto attento ad illustrare al lettore i diversi concetti messi in campo, in modo da non lasciarlo mai indietro;
- infine e qui Larsson è davvero bravissimo, la capacità di concepire un maxi preambolo che funge da architettura di tutti gli snodi della storia:
L’accoppiata tra un cinquantenne aggrappato all’etica (nonostante tutto) e una ventiquattrenne abituata a lottare per ottenere ogni minima cosa (a partire dal rispetto di chi la circonda) funziona: le parti in cui i due personaggi vengono presentati e quelle ben avanti nel libro in cui interagiscono, sono tra le più godibili… a tacer del fatto che la contraddittoria figura di Lisbeth assomma in sé una serie di capacità sconosciute al miglior James Bond. Proprio per questo nonostante l’autodefinizione di “freak” che compare nel corso del romanzo è decisamente il personaggio destinato a catturare la scena (come testimoniano anche le successive trasposizioni cinematografiche della saga).
Nessun commento:
Posta un commento