Recensione: La lotteria

 La lotteria di Shirley Jackson 

Titolo: La lotteria

Titolo Originale: The Lottery 

Autore: Shirley Jackson 

Genere: Narrativa straniera - Moderna e contemporanea (dopo il 1945)

Prezzo Cartaceo: 10,00  

Prezzo Ebook: 3,99  

Pagine: 82

Pubblicazione: 2007 

Editore: Adelphi 

Collana: Piccola Biblioteca Adelphi

Valutazione: ⭐⭐⭐


Trama: Il racconto di Shirley Jackson intitolato "La lotteria" ricorda da vicino, per la fama che lo circonda, la famigerata lettura radiofonica della Guerra dei Mondi di Orson Welles. Fama non immeritata, giacché la pubblicazione sul "New Yorker" nel 1949, scatenò un pandemonio. Molti lo presero alla lettera, reagendo all'istante e poi per lungo tempo con missive indignate o atterrite alla redazione. Certe cose non potevano, non dovevano succedere. Eppure la storia si presenta in tutta innocenza quale pura e semplice descrizione della lotteria che si svolge nell'atmosfera pastorale, quasi idilliaca, di un villaggio del New England in un luminoso mattino di giugno, come ogni anno da tempo immemore. Ma giunto al termine di questo racconto, come degli altri che compongono l'intensa silloge qui proposta, il lettore scoprirà da sé, in un crescendo di "brividi sommessi e progressivi" - come diceva Dorothy Parker che cosa li rende dei classici del terrore. Secondo un altro illustre ammiratore della Jackson, oltre che maestro del genere, Stephen King, lo sono perché "finiscono con una svolta che porta dritto in un vicolo buio".

Recensione: In questa opera Adelphi raccoglie alcuni dei racconti più emblematici della Jackson tra cui "La lotteria", "Lo Sposo", "Il fantoccio" e, infine "Colloquio". L’opera porta il nome del primo racconto che è quello che rimane più impresso nella mente. L’autrice riesce ad entrarti dentro e ad angosciarti al punto giusto, per non parlare dei colpi di scena che si susseguono uno dopo l’altro, emblematico è per l’appunto la chiusura del primo racconto è: Lo sposo. La scrittrice riesce, con la sua semplice scrittura, a farti immergere nei racconti e una volta terminati farti assalire da una sensazione di smarrimento, oltre che di angoscia. Avendo anche letto il romanzo più celebre della Jackson cioè L'incubo di Hill House posso dire che in confronto ai racconti la prima opera non può essere nemmeno definita horror. Peccato che sono eccessivamente corti.


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