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Recensione: La Locandiera
La Locandiera di Carlo Goldoni
Titolo: La Locandiera
Autore: Carlo Goldoni
Genere: Classici, poesia e teatro (letteratura teatrale)
Prezzo Cartaceo: 9,00 €
Prezzo Ebook: 2,99 €
Pagine: 224
Pubblicazione: 1997
Editore: Bur Biblioteca Univ. Rizzoli
Valutazione: ⭐⭐⭐⭐⭐
Trama: La semplice e coerente struttura drammatica; la salace, e insieme critica, contrapposizione tra le "aristocratiche" idiosincrasie degli ospiti della locanda e i domestici affetti degli "umili" ceti mercantili; il continuo oscillare tra il polo della "passione" e quello della "finzione"; questi gli elementi che costituiscono il formidabile milieu in cui si staglia, affascinante e senza tempo, il personaggio della locandiera. Ma più che come un "elogio di Mirandolina" - intesa come eterno femminino -, la più fortunata delle commedie goldoniane andrebbe letta come "l'apologo di una rivalutazione della donna e del suo lucido uso, a sufficienza spietato, dell'intelligenza come strumento di affermazione sociale".
Recensione: Ancora oggi la commedia goldoniana maggiormente amata e rappresentata. L’intera opera,pur offrendo una galleria di personaggi e situazioni , è dominata dalle schermaglie tra l’amabile Mirandolina,la locandiera,e il rude cavaliere di Ripafratta,cliente della locanda. Mirandolina è la tipica serva-padrona, astuta, intelligente, pratica e razionale, che vuole essere corteggiata ma che non cede alle lusinghe dell’amore,è però, anche onesta e preoccupata che i suoi affari procedano bene, e in questo esprime compiutamente lo spirito dell’Illuminismo del ‘700, concreto e aderente alla realtà. Personaggio opposto a quello della locandiera,secondo le allusioni dello stesso autore il più emblematico della commedia, è il cavaliere di Ripafratta,misogino e vanaglorioso che, alla concretezza della donna, contrappone il vuoto delle parole. Mirandolina lo punirà usando le sue stesse armi, appunto le parole, con le quali lo adulerà e lo colmerà di lusinghe, con l’unico scopo di fargli ammettere di aver sbagliato a disprezzare le donne, fingendo convinzioni ed esperienze che in realtà non ha.Infatti il cavaliere odia le donne perché non le conosce,anche se si finge esperto in materia,teme le astuzie femminili non perché le abbia sperimentate personalmente (sarà poi la locandiera a fargliele provare), ma per sentito dire e la sua esperienza gli deriva solo dalla frequentazione delle donne con le quali si è accompagnato per divertimento, per un periodo limitato, senza timore del laccio del matrimonio. Un libro che consiglio.
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