L'antico Egitto. Storia di un impero millenario di Toby Wilkinson
Titolo: L'antico Egitto. Storia di un impero millenario
Titolo Originale: The rise and fall of ancient egypt
Autore: Toby Wilkinson
Genere: Storia - Saggio
Prezzo Cartaceo: € 35,00
Pagine: 606
Pubblicazione: 17 aprile 2012
Editore: Einaudi
Collana: Saggi
Valutazione: ⭐⭐⭐⭐
Trama: La storia dell'antico Egitto e della straordinaria civiltà che fiorì lungo le rive del Nilo potrebbe sembrare soltanto uno spettacolo meraviglioso costellato di eventi eccezionali: la costruzione delle piramidi, la conquista della Nubia, la rivoluzione religiosa istituita da Amenofi IV, il potere e la bellezza di Nefertiti, la vita e la morte di Tutankhamon, la crudeltà di Ramesse, l'invasione di Alessandro Magno e il fatale legame tra Cleopatra e Roma. Ma se i tremila anni della civiltà dei faraoni posseggono tutti gli ingredienti di un romanzo epico - splendide corti, lotte dinastiche, misteriosi omicidi e grandi battaglie, storie di eroismo e di intrighi, di trionfi e sconfitte, con donne al potere e tiranni -, il vero e proprio racconto storico è ancora più sorprendente e di gran lunga più interessante. Gli antichi egizi furono il primo gruppo di persone a condividere cultura, prospettive e identità comuni all'interno di un territorio geografico ben definito, governato da una sola autorità politica; vissero, cioè, secondo quei concetti di appartenenza a una nazione che ancora oggi dominano il pianeta. La storia dell'antico Egitto è dunque, soprattutto, la storia del tentativo di unire un regno molto vario e di difenderlo ossessivamente contro forze ostili interne ed esterne. Toby Wilkinson, grazie alle sue eccellenti doti di narratore e a una conoscenza approfondita dei geroglifici e dell'iconografia del potere, ci restituisce l'antico Egitto in tutta la sua complessità.
Recensione: L’autore ripercorre le vicende che hanno reso l’Egitto tra le civiltà più antiche della storia mondiale, primato che ancora oggi può essere minato o per lo meno comparato con l’inizio dell’altra grande civiltà antica, quella Mesopotamica.
Dalle promiscue aree fertili disposte lungo il Delta del Nilo alle remote e, in apparenza, inaccessibili lande desertiche dell’interno, quelle che una volta erano da considerarsi semplici tribù in lotta per la sopravvivenza, sono divenute col tempo entità sociali organizzate secondo solide strutture politiche e religiose, fino ad unirsi e farsi guidare sotto il comando di un essere supremo, capo indiscusso nonché intermediario tra il mondo reale e spirituale: il Faraone.La civiltà egizia, a partire dal primo faraone Narmer, considerato l’unificatore dell’Alto e Basso Egitto, si forgerà interamente dalle vicende e dalle decisioni promulgate dal Dio/uomo, conoscerà la gloria, il benessere o la carestia per mezzo di decreti legislativi o campagne di conquista, alternerà momenti di grandiosa espansione a momenti nei quali la propria identità sarà sbiadita, e plasmerà la propria grandezza sull’obbedienza ferrea e devota alle benevoli divinità che guidano costantemente l’operato del Sommo Leader.
Politica e religione si fonderanno dando vita a costruzioni sempre più monumentali e complesse, dalle piramidi ai templi, passando per intere città simbolo della potenza divina del Faraone, prodotte dalla devozione verso coloro che detengono le chiavi del destino dell’uomo.
Menfi, Tebe, Abdju diverranno più che semplici luoghi di vita e incontro, ma vere e proprie mete di pellegrinaggio che attraverso sontuose ricorrenze e pompose cerimonie metteranno in scena tutta la potenza divina esercitata dal sovrano. I grandi complessi funerari custodiranno tra innumerevoli ricchezze i corpi deificati dei protagonisti delle fortune e sventure dell’Egitto, divenendo il sacro luogo in cui riposa la salma mentre lo spirito giungerà alla beatitudine sopra l’astro celeste, sedendo accanto alle altre divinità creatrici del cosmo e del giusto ordine delle cose.
Accanto alle vicende di corte, alle battaglie, alle conquiste e le costruzioni monumentali, vi sono però le gesta degli uomini, degli estromessi alla vita agiata, di coloro che quotidianamente lavorano per l’abbellimento di un monumento, per la costruzione di una città o per il semplice pagamento dei tributi al loro Dio in cambio della pace, della prosperità e dell’equilibrio.
Dunque, una civiltà millenaria che risplende grazie al sudore degli abitanti, e che gioisce o subisce le complesse vicende politiche di signori non sempre all’altezza della situazione.
In definitiva, direi che Wilkinson riassume caparbiamente e con maestria una storia d’Egitto lunga e variegata.
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