Recensione: Gli ultimi giorni dei nostri padri


Gli ultimi giorni dei nostri padri di Joël Dicker 


Titolo: Gli ultimi giorni dei nostri padri 
Titolo Originale: Les derniers jours de nos pères 
Autore: Joël Dicker
Genere: Narrativa Straniera - Libro ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale 
Prezzo Cartaceo: € 9,90 , € 20,00 Edizione Vecchia 
Prezzo Ebook: € 6,99 
Pagine: 462
Pubblicazione: 2015 
Editore: Bompiani
Collana: Tascabili narrativa
Valutazione: ⭐⭐⭐⭐

Joël Dicker:  Joël Dicker è nato a Ginevra nel 1985. La verità sul caso Harry Quebert è il suo secondo romanzo. Il primo, Les derniers jours de nos pères, ha ricevuto il Prix des écrivains genevois nel 2010. La verità sul caso Harry Quebert ha ottenuto il Grand Prix du roman de l’Académie Française 2012 e il Prix Goncourt des lycéens 2012, ed è tradotto in oltre 25 paesi. Nel 2016 Bompiani pubblica La tigre.

Trama: Settant'anni dopo i fatti narrati, Gli ultimi giorni dei nostri padri è uno dei primi romanzi a evocare la creazione della SOE e a raccontare le vere relazioni tra la Resistenza e l'Inghilterra di Churchill

Londra, 1940. Per evitare l'annientamento dell'esercito britannico a Dunkerque, Churchill ha un'idea che cambierà il corso della guerra: creare una squadra di servizi segreti che lavori nella segretezza più assoluta, la SOE, Special Operations Executive. La SOE è incaricata di azioni di sabotaggio e intelligence tra le linee nemiche e coinvolge persone tra la popolazione locale più insospettabile. Il giovane Paul-Émile lascia Parigi per Londra nella speranza di unirsi alla Resistenza. Reclutato dalla SOE, è inserito in un gruppo di connazionali che diventeranno suoi compagni e amici del cuore. Addestrati in Inghilterra, i soldati verranno rimandati nella Francia occupata e scopriranno presto che il controspionaggio tedesco è già in allerta.

Recensione: Joël Dicker è un autore che mi piace molto, i suoi romanzi li ho divorati e questo non fa eccezione. E' diverso da "La verità sul caso Harry Quebert" e da "Il libro dei Baltimore" e all'inizio l'ho trovato un po’ lento, ma ho fatto bene a continuare la lettura:  libro scritto benissimo, i personaggi sono ben descritti e l'ambientazione accurata e precisa. 
Libro dopo una partenza un pochino lenta si è dimostrato almeno a me molto scorrevole e bello nel suo genere che tratta dell'amore dell'amicizia e dei rapporti umani con lo sfondo del periodo storico della seconda guerra mondiale, con dei riferimenti storici che fanno da contorno alla storia. Bello non me lo aspettavo così avvincente. Un libro che consiglio! 


Libro euro 9,90 Nuova edizione


Libro euro 20,00 Vecchia Edizione 


Recensione: L'incredibile storia degli imperatori romani


L'incredibile storia degli imperatori romani, i ritratti degli uomini che hanno fatto grande Roma di Massimo Blasi 

Titolo: L'incredibile storia degli imperatori romani 
Autore: Massimo Blasi 
Genere: Storia - Storia antica: fino al 5000 d.C
Prezzo Cartaceo: € 14,90 
Prezzo Ebook: € 5,99 
Pagine: 538 
Pubblicazione: 2018 
Collana: I volti della Storia 
Valutazione: ⭐⭐⭐⭐

Trama: La Storia è un affresco vivido di uomini e donne in carne e ossa che hanno combattuto, ucciso, odiato, ma anche sognato e amato. In particolare, la storia degli oltre 150 imperatori che si sono succeduti da Augusto in poi offre uno spaccato estremamente ricco e variegato dell'animo umano, tanto delle sue grandezze quanto delle sue meschinità. Questo libro è composto dai ritratti delle vite degli uomini (e di alcune donne) più potenti del mondo romano e bizantino, con curiosità, aneddoti e intrighi, che regalano alla lettura la piacevolezza della narrazione romanzesca. Testimonianze di età antica e medievale, ma anche studi moderni di ricercatori di fama internazionale, letteratura, archeologia, epigrafia, arte, numismatica e papirologia sono alcune delle fonti attraverso le quali è stato possibile ricostruire la vita dei principi. Il volume è strutturato per profili biografici ordinati cronologicamente da Augusto, padre dell'impero romano d'Occidente, a Costantino Paleologo, ultimo imperatore di Bisanzio.

Recensione: La scrittura, in primis, è scorrevole, vivace e mai pesante. 
La trattazione è scientifica, ricca di riferimenti e citazioni, senza per questo togliere nulla alla fluidità del discorso.
Complimenti all'autore, perché ha saputo, in maniera sapiente, proporre una lunga trattazione storica attraverso un'esposizione intrigante e coinvolgente, riuscendo a dare grande dignità alla materia trattata e allo stesso tempo, grazie alla scrittura, a coinvolgere chi probabilmente non ha grande dimestichezza con la storia di Roma. 
Testo davvero notevole e per chi ama la storia lo consiglio molto! 


Recensione: Il matrimonio delle bugie


Il matrimonio delle bugie di Kimberly Belle 

Titolo: Il matrimonio delle bugie
Titolo Originale: The Marriage Lie
Autore: Kimberly Belle
Genere: Thriller e Suspence
Prezzo Cartaceo: € 12,00 
Prezzo Ebook: € 2,99 
Pagine: 350 
Pubblicazione: 2018 
Editore: Newton Compton 
Collana: Nuova narrativa newton 
Valutazione: ⭐⭐⭐

Trama: Dopo sette anni di matrimonio, Iris e Will sono il ritratto della coppia felice: vivono in una bella casa, hanno un lavoro appagante e stanno cercando di avere un bambino. Quando Will parte per un viaggio di lavoro in Florida, Iris non sa che il suo mondo perfetto sta per crollare. Quella mattina, infatti, un aereo diretto a Seattle precipita e tra i nomi delle vittime c’è inspiegabilmente quello di Will. Iris è sconvolta, ma è certa che si tratti di un errore. Perché Will avrebbe dovuto mentirle? Che cosa doveva fare a Seattle? E su cosa altro ancora potrebbe averle raccontato bugie? Se vuole davvero arrivare alla verità, Iris dovrà affrontare un’indagine disperata per scoprire che cosa si nascondeva sotto la superficie calma del suo matrimonio. Ma non ha idea delle conseguenze che tutto ciò potrebbe avere.

Recensione: Fino a che punto si è disposti a perdonare per amore? Un thriller perfetto. Ottima suspence, scrittura scorrevole, trama che ti incatena alle pagine, storia originale. Iris e Will: un matrimonio apparentemente perfetto che nasconde delle enormi bugie. Il romanzo viene narrato in prima persona da Iris, pertanto è impossibile restare estranei alla storia e non provare il contrasto di emozioni e sensazioni che inondano la protagonista come uno tsunami. Rabbia e speranza viaggiano di pari passo prendendo il sopravvento a parti alterne. Trama ben strutturata è un libro che consiglio! 

«Questo thriller intelligente parte da un interrogativo ben preciso: cosa faresti se scoprissi che tuo marito non è quello che credi? Un romanzo adrenalinico, con un sorprendente colpo di scena finale» – Daily Mail


Recensione: Lolita


Lolita di Vladimir Nabokov 

Titolo: Lolita 
Autore: Vladimir Nabokov 
Genere: Narrativa Erotica 
Prezzo Cartaceo: € 12,00
Prezzo Ebook: € 4,99 
Pagine: 395
Pubblicazione: 1996
Editore: Adelphi 
Collana: Gli Adelphi 
Valutazione: ⭐⭐⭐

Vladimir Nabokov: Vladimir Vladimirovic Nabokov nacque da una famiglia della vecchia nobiltà russa che, dopo la rivoluzione del 1917, emigrò in Occidente. Completati gli studi a Cambridge, visse in Inghilterra, Francia e Germania, acquistando, con i suoi primi scritti in russo, sotto lo pseudonimo di «Sirin», vasta notorietà nell’ambiente dei suoi compatrioti emigrati. Nel 1940 si trasferì negli Stati Uniti, dei quali cinque anni dopo prese la cittadinanza. Da allora scrisse in inglese e tradusse in questa lingua alcune delle sue opere precedenti. Per undici anni insegnò Letteratura Russa alla Cornell University di Ithaca; negli ultimi anni visse in Svizzera, a Montreux, alternando l’attività letteraria alle sue appassionate ricerche di entomologo.
Preceduto da un esordio poetico, con liriche di stampo simbolista, nel 1926 uscì il suo primo romanzo, Masenka, cui seguirono: Re, donna, fante (1928), una parodia del romanzo tradizionale; La difesa (1929), una storia di scacchi, argomento prediletto da Nabokov per la sua carica metaforica; L’occhio (1930), vicenda quasi pirandelliana di un russo emigrato a Berlino; Camera oscura (1932), sulla falsariga di un poliziesco; l’enigmatico Gloria (1933); Invito a una decapitazione (1935), racconto di sapore kafkiano. Queste opere rivelano l’altissimo livello dell’«ibrido» culturale di Nabokov, che riesce a fondere temi e modi della letteratura russa (lo sdoppiamento esistenziale dostoevskiano, il grottesco gogoliano) con la raffinata consapevolezza dei mutamenti che, tra le due guerre, stavano rivoluzionando le forme e l’idea stessa del romanzo.
Il passaggio alla lingua inglese provocò un ulteriore approfondimento dell’intensa ricerca formale già in atto, così come il contatto con una diversa realtà sociale offrì nuove occasioni e verifiche al tema di fondo della narrativa di Nabokov: la frammentazione dell’identità individuale nella società contemporanea. Nacquero così La vera vita di Sebastian Knight (The real life of Sebastian Knight, 1941) e I bastardi (Bend Sinister, 1949); poi i romanzi di vita americana, primo fra tutti Lolita, che, pubblicato nel 1955 dall’Olympia Press di Parigi, rivelò improvvisamente a un pubblico mondiale il nome di Nabokov. Il romanzo, intriso di sperimentalismo «europeo», offriva nello stesso tempo una straordinaria immagine «interna» dell’America, con i suoi miti e con le sue ossessioni (soprattutto il sesso). Notevole fu la sua influenza sugli stessi narratori americani della nuova generazione (in particolare John Barth). Seguì Fuoco pallido (Pale fire, 1962), che tornando all’ ambiente, già ironicamente esplorato in Pnin (1957), dei colleges americani (una realtà apparentemente decorosa ed efficiente, ma sotterraneamente ambigua e violenta), fornisce forse la prova più matura della maestria formale di Nabokov: dal tessuto lessicale alla stessa struttura narrativa che, muovendo da una duplice invenzione (un poema alla Pope e il suo dotto, tortuoso commentario), si scompone in un infinito gioco di specchi, allusione alla non-identità dell’arte e del suo artefice. Ada (Ada or ardor: A family chronicle, 1969) offre una sintesi suggestiva dell’arte di Nabokov. In questo romanzo tornano, stravolti da una scrittura ironicamente senile, le sue monomanie tematiche: la duplicità ambigua del reale, la passione del gioco, del puzzle, l’ossessione del sesso, qui spinto fino all’ estremo narcisistico dell’incesto. Tra i racconti di Nabokov vanno citati quelli raccolti in La dozzina di Nabokov (Nabokov’s dozen, 1958) e in Quartetto di Nabokov (Nabokov’s quartet, 1967); tra i romanzi più tardi Cose trasparenti (Transparent things, 1973) e Guarda gli arlecchini! (Look at the arlequins, 1974). Parla, ricordo (Speak, memory, 1967), elogio della funzione preservatrice della memoria, è la ricerca autobiografica del passato russo cancellato dalla storia. Eccellente critico di letteratura russa, Nabokov è autore di uno splendido studio su Nikolaj Gogol’ (1944) e di una traduzione inglese, commentata, dell’Evgenij Onegin di Puskin. Altri saggi su scrittori europei dell’Ottocento e del Novecento sono stati raccolti postumi in Lezioni di letteratura (1980). 
In Italia le sue opere appaiono presso Adelphi.

Trama: "Dopo trentasei anni rileggo Lolita di Vladimir Nabokov, che ora Adelphi ripresenta... Trentasei anni sono moltissimi per un libro. Ma Lolita ha, come allora, un'abbagliante grandezza. Che respiro. Che forza romanzesca. Che potere verbale. Che scintillante alterigia. Che gioco sovrano. Come accade sempre ai grandi libri, Lolita si è spostato nel mio ricordo. Non mi ero accorto che possedesse una così straordinaria suggestione mitica". (Pietro Citati)

Recensione: Un'esplorazione dell'animo umano maschile nella decadenza dei sensi. Il suo merito ancora oggi è quello di arrivare sul ciglio dell’abisso, dando forma letteraria a un’ossessione che per sua natura non può essere risolta e di focalizzare sull'effimera voluttà della bellezza in fiore. Una sensualità molto snobistica e assai poco erotica, così come questo romanzo scritto in maniera elegante e quasi distaccata. Il romanzo si legge bene ma non è una lettura appassionante. Un libro controverso, con una retorica a tratti pedante, tuttavia chi apprezza uno stile molto ricco, direi quasi barocco, lo troverà stupendo. Nabokov è un ottimo narratore, riesce a rappresentare il protagonista esattamente per quello che è: talmente ottuso nelle sue ossessioni che il suo nome si ripete due volte, perso in fantasie adolescenziali che non trovando sfogo nell’ immediato, si ripercuotono nel futuro con conseguenze scandalose. E poi Lolita, una ragazza, una bambina che è vittima e carnefice, Anch'essa ci è descritta da Nabokov minuziosamente. 


Recensione: L'assassinio di Roger Ackroyd


L'assassinio di Roger Ackroyd di Agatha Christie 

Titolo: L'assassinio di Roger Ackroyd 
Titolo Originale: The Murder of Roger Ackroyd
Autore: Agatha Christie
Genere: Giallo 
Prezzo Cartaceo: € 12,00 
Prezzo Ebook: € 7,99
Pagine: 236 
Pubblicazione: 2017 
Editore: Mondadori 
Collana: Oscar Gialli 
Valutazione:  ⭐⭐⭐⭐

Recensione: I sei pilastri dell'autostima


I sei pilastri dell'autostima di Nathaniel Branden 

Titolo: I sei pilastri dell'autostima 
Titolo Originale: The six pillars of self-esteem 
Autore: Nathaniel Branden 
Genere: Psicologia 
Prezzo Cartaceo: 11,00 €
Prezzo Ebook: 8,25 €
Pagine: 383 
Pubblicazione: 2006 
Editore: TEA 
Collana: Tea pratica 
Valutazione: ⭐⭐⭐⭐

Nathaniel Branden:  Con un PhD in psicologia e studi di filosofia alle spalle, Nathaniel Brnden è uno psicoterapeuta e un’autorità in materia di autostima, concetto su cui ha svolto indagini pionieristiche e su cui tiene conferenze in aziende e società di tutto il mondo. È autore di venti libri tradotti in diciotto lingue, con più di tre milioni e mezzo di copie vendute.

Trama: Si tratta del risultato di una vita di pratica clinica e di ricerche. Il libro dimostra l'importanza della stima di sé per la nostra salute psicologica, i successi personali, la felicità e le relazioni positive. Branden definisce i sei pilastri dell'autostima, quali il vivere consapevolmente, l'accettazione, la responsabilità e la sicurezza di sé, il porsi degli scopi e l'integrità personale. Analizzando la questione nell'ambito dell'ambiente di lavoro, in famiglia, nell'educazione, nella psicoterapia e nella società l'autore fornisce non solo le linee guida per quanti sono impegnati nel promuovere la stima di sé negli altri, ma presenta anche dei semplici esercizi per accrescere la consapevolezza e l'efficienza personali. 

Recensione: I sei pilastri dell'autostima è un libro che estrapola il concetto di responsabilità e accettazione di sé e lo traspone all'interno del vissuto di ciascuno di noi, per avere una rappresentazione dell'essere umano in quanto psiche, spiritualità e corpo. Per poter apprendere in maniera chiara e semplice i meccanismi che sottendono alla responsabilità interiore, occorre disporre di una guida che valorizzi l'autonomia di pensiero e l'accettazione di sé. Un libro che sembra più una critica al capitalismo e all'integralismo religioso, ove a comandare è il bene societario strettamente legato al tradizionalismo tesi a sconfessare la libertà di pensiero e la responsabilità nel perseguimento della felicità. Un libro di marcatura quasi sovversiva, perché sembra alimentare l'idea che la libertà tesa al raggiungimento della propria felicità sia da preferire a ogni forma di controllo, potere o educazione. In alcuni punti ho pensato che l'idea fosse quella di inneggiare all'anarchia ma l'autore sembra avvicinarsi a questo punto, senza mai superarlo. Credo sia alquanto difficile proporre il perseguimento del bene del singolo, senza tenere in considerazione che una struttura civilista complessa deve rifarsi a una qualche forma di governo e che le forme di governo hanno il preciso scopo di limitare la libertà del singolo in relazione al bene collettivo. Per terminare, un libro che andrebbe letto in quanto aiuta a divincolarsi dalle costrizioni mentali di cui è intrisa ogni società, ma che dovrebbe essere adattato in maniera critica alla quotidianità. 


Recensione: Mi dicevano che ero troppo sensibile. Per chi si sente sbagliato, un percorso per scoprire come tramutare l'ipersensibilità in una risorsa preziosa


Mi dicevano che ero troppo sensibile. Per chi si sente sbagliato, un percorso per scoprire come tramutare l'ipersensibilità in una risorsa preziosa di Federica Bosco 

Titolo: Mi dicevano che ero troppo sensibile
Autore: Federica Bosco 
Genere: Psicologia 
Prezzo Cartaceo: 6,90 €
Prezzo Ebook: 3,99 €
Pagine: 236 
Pubblicazione: 2019 
Editore: Superpocket
Valutazione: ⭐⭐⭐⭐

Federica Bosco:  Federica Bosco, scrittrice e sceneggiatrice, ha al suo attivo una ricca produzione di romanzi e vari manuali di self-help. È stata finalista al premio Bancarella 2012 e il suo romanzo Pazze di me è diventato un film diretto da Fausto Brizzi. Con Garzanti ha pubblicato Ci vediamo un giorno di questi (2017) e Il nostro momento imperfetto (2018).

Trama: «Federica Bosco porta la sua esperienza personale per dare degli strumenti a chi ne soffre (e che non ha ancora compreso come svoltare). Non smettendo mai di sottolineare che non è un disturbo, bensì un tratto caratteriale.» - Panorama

«Noi, "persone altamente sensibili", siamo dotati di un'intelligenza diversa: siamo quelli che vibrano di empatia con gli altri, che hanno un'idea assoluta della giustizia e una certa dose di ingenuità, che tendono a non imparare dalle esperienze passate, ma a crederci sempre. Siamo pieni di risorse e talenti, ma percorriamo strade meno battute e per questo siamo definiti diversi. Con questo libro voglio condividere con voi quello che ho imparato fino a qui, ossia le strategie per riappropriarsi finalmente di una vita piena e soddisfacente, senza diventare altro da noi.» (Federica Bosco)

Recensione: In questo libro Federica Bosco si è messa a nudo,descrivendo tutte le sue fragilità,ma al tempo stesso da a tutte le persone come lei una speranza per poter accettare i propri limiti,trasformandoli in potenzialità,attraverso numerosi suggerimenti e libri in cui approfondire l'argomento. Questo libro è davvero un balsamo per il cuore di tutti gli ipersensibili.  A me personalmente ha dato numerosi spunti di riflessione su ciò che è stato il mio passato così da cogliere i giusti frutti per affrontare al meglio il futuro con in mano il vantaggio dell'ipersensibilità. Un libro che consiglio! 


Recensione: L'incubo di Hill House


L'incubo di Hill House di Shirley Jackson 

Titolo: L'incubo di Hill House 
Titolo Originale: The Haunting of Hill House 
Autore: Shirley Jackson 
Genere: Narrativa Horror e Gotica 
Prezzo Cartaceo: 12,00 €
Prezzo Ebook: 6,99 €
Pubblicazione: 2016 
Editore: Adelphi 
Collana: Gli Adelphi 
Valutazione: ⭐⭐⭐


Shirley Jackson: Shirley Jackson è stata una scrittrice e giornalista statunitense, nota soprattutto per L'incubo di Hill House del 1959 e La lotteria. Ha esordito scrivendo per il prestigioso «The New Yorker» nel 1948. Nella sua carriera ha scritto anche opere per bambini, come Nine Magic Wishes, e persino un adattamento teatrale di Hansel e Gretel, The Bad Children. Muore per infarto nel 1965, forse a causa della terapia a base di psicoformaci che stava seguendo.

Trama: «In questo autentico classico del genere gotico, Eleanor Vance, giovane e tormentata donna che non ricorda di essere mai stata felice in tutta la sua vita, viene assoldata dal sinistro professor Montague, aspirante cacciatore di fantasmi, per un soggiorno sperimentale a Hill House ... Giunta a destinazione, Eleanor si trova davanti una casa “che sembrava aver preso forma da sola, assemblandosi in quel suo possente schema indipendentemente dai muratori”; un edificio che “drizzava la testa imponente contro il cielo senza concessioni all'umanità”; una costruzione immune da ogni esorcismo: “un luogo non adatto agli uomini, né all'amore, né alla speranza”; una casa che si rifiuta di essere una dimora accogliente così come Eleanor vorrebbe sfuggire a un sistema di vita che le ha portato soltanto infelicità». TOMMASO PINCIO

Recensione: Immaginavo un libro decisamente più denso di orrore, una storia elettrica, una tensione mozzafiato che mi impedisse di chiudere il libro. In realtà di gotico ci ho trovato soltanto l’ambientazione, per il resto mi è sembrato di leggere un bel romanzo psicologico scritto magistralmente. A tenere incollati al libro non è la vicenda ma la bellissima scrittura dell’autrice, la sua ironia tagliente. L’incubo di Hill House, il romanzo più celebre di Shirley Jackson, riconosciuta maestra di Stephen King, è molto più di un horror o di una ghost story. Anzi, il lettore di questo genere di racconti potrà essere deluso dall’assenza di inquietanti colpi di scena o terrificanti apparizioni. Si tratta piuttosto di un horror psicologico che si presta a numerose chiavi di lettura, e che riesce, come pochi altri, a insinuare un senso di ansia e disagio nel lettore grazie alla sottile atmosfera di malvagia presenza e possessione morbosa da cui si è avvolti come all’interno di Hill House. 


Libro euro 12,00 


       
Libro euro 16,00

Recensione: Io non ho paura

  Io non ho paura di Niccolò Ammaniti Titolo: Io non ho paura Autore: Niccolò Ammaniti Genere: Narrativa Italiana Prezzo Cartaceo: € 14,00 P...