Recensione: L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello

 L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello di Oliver Sacks 

Titolo: L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello 

Titolo Originale: The Man who mistook his wife for a hat 

Autore: Oliver Sacks 

Prezzo Cartaceo: 12,00 € 

Prezzo Ebook: 4,99 € 

Pagine: 301

Pubblicazione: 2001

Editore: Adelphi 

Collana: GlI Adelphi 

Valutazione: ⭐⭐⭐

TramaOliver Sacks è un neurologo, ma il suo rapporto con la neurologia è simile a quello di Groddeck con la psicoanalisi. Perciò Sacks è anche molte altre cose: «Mi sento infatti medico e naturalista al tempo stesso; mi interessano in pari misura le malattie e le persone; e forse anche sono insieme, benché in modo insoddisfacente, un teorico e un drammaturgo, sono attratto dall’aspetto romanzesco non meno che da quello scientifico, e li vedo continuamente entrambi nella condizione umana, non ultima in quella che è la condizione umana per eccellenza, la malattia: gli animali si ammalano, ma solo l’uomo cade radicalmente in preda alla malattia». E anche questo va aggiunto: Sacks è uno scrittore con il quale i lettori stabiliscono un rapporto di tenace affezione, come fosse il medico che tutti hanno sognato e mai incontrato, quell’uomo che appartiene insieme alla scienza e alla malattia, che sa far parlare la malattia, che la vive ogni volta in tutta la sua pena e però la trasforma in un «intrattenimento da Mille e una notte». Questo libro, che si presenta come una serie di casi clinici, è un frammento di tali Mille e una notte – e ciò può aiutare a spiegare perché abbia raggiunto negli Stati Uniti un pubblico vastissimo. Nella maggior parte, questi casi – ma Sacks li chiama anche «storie o fiabe» – fanno parte dell’esperienza dell’autore. Così, un giorno, Sacks si è trovato dinanzi «l’uomo che scambiò sua moglie per un cappello» e «il marinaio perduto». Si presentavano come persone normali: l’uno illustre insegnante di musica, l’altro vigoroso uomo di mare. Ma in questi esseri si apriva una voragine invisibile: avevano perduto un pezzo della vita, qualcosa di costitutivo del sé. Il musicista carezza distrattamente i parchimetri credendo che siano teste di bambini. Il marinaio non può neppure essere ipnotizzato perché non ricorda le parole dette dall’ipnotizzatore un attimo prima. Che cosa vive, se non sa nulla di ciò che ha appena vissuto? Rispetto alla normalità, che è troppo complessa per essere capita, e tende a opacizzarsi nell’esperienza comune, tutti i «deficit» o gli eccessi di funzione, come li chiama la neurologia, sono squarci di luce, improvvisa trasparenza di processi che si tessono nel «telaio incantato» del cervello. Ma queste storie terribili e appassionanti tendono a rimanere imprigionate nei manuali. Sacks è il mago benefico che le riscatta, e per pura capacità di identificazione con la sofferenza, con la turba, con la perdita o l’infrenabile sovrabbondanza riesce a ristabilire un contatto, spesso labile, delicatissimo, sempre prezioso per i pazienti e per noi, con mondi remoti altrimenti muti. Questo è il libro di un nuotatore «in acque sconosciute, dove può accadere di dover capovolgere tutte le solite considerazioni, dove la malattia può essere benessere e la normalità malattia, dove l’eccitazione può essere schiavitù o liberazione e dove la realtà può trovarsi nell’ebbrezza, non nella sobrietà». L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello è stato pubblicato per la prima volta a Londra nel 1985.

Recensione: Il libro si presenta come un saggio del campo medico/psicologico. 

Ho trovato molto interessanti alcuni racconti, l’autore parla di malattie spesso sconosciute con un linguaggio accessibile a chiunque, nonostante alcuni passi siano prettamente scientifici. 

Le storie sono simpatiche, perchè sembrano essere surreali, ma ti permettono di riflettere tantissimo quando capisci ciò che provano quelle persone. 

L’unica pecca è che alcune storie mi sono sembrate troppo simili tra loro e qualche volta mi sembrava di rileggere lo stesso capitolo. 

Il titolo del libro mi faceva pensare a qualcos’altro, in realtà è solo una piccola parte di tutto il saggio. 

In totale dunque l’ho trovato interessante su alcune parti, un po' ripetitivo in altre.

Lo stile e la scrittura invece li ho apprezzati molto. 



Recensione: Alaska di Brenda Novak

 Alaska di Brenda Novak 

Titolo: Alaska

Titolo Originale: Her Darkest Nightmare 

Autore: Brenda Novak 

Genere: Thriller 

Prezzo Cartaceo: 12,00 € 

Prezzo Ebook: 2,99 € 

Pagine: 429

Pubblicazione: 2018 

Editore: Giunti Editore

Collana: Le chiocciole 

Valutazione: ⭐⭐⭐

Trama: Stanno accadendo strane cose nel piccolo villaggio di Hilltop, remota località dell'Alaska dove l'inverno è così gelido da ottenebrare le coscienze. Da quando, tre mesi prima, è stata aperta Hanover House, una clinica psichiatrica di massima sicurezza che ospita con finalità scientifiche i più feroci serial killer d'America, nessuno dorme più sonni tranquilli e a nulla servono le rassicurazioni di Evelyn Talbot, la psichiatra trentenne e determinata che dirige l'istituto insieme al collega Fitzpatrick. Soprattutto quando nella neve avviene un macabro ritrovamento: i resti di una donna, orrendamente martoriata. Per il giovane sergente Amarok è la conferma di ciò che ha sempre temuto: portare un branco di efferati assassini a pochi metri dalle loro case e dalle loro famiglie è stata una decisione estremamente pericolosa. Ma la sua fermezza si scontra con il fascino fragile e misterioso di Evelyn, il cui passato nasconde il più nero e atroce degli incubi. E mentre una violenta tormenta di neve si abbatte sul paese rendendo impossibili i collegamenti e le comunicazioni, la psichiatra ha più di un motivo per pensare che quel primo omicidio sia un messaggio destinato proprio a lei e che l'ombra del passato la stia per raggiungere ancora una volta.

Recensione: Il mondo dei serial killer e degli psicopatici mi ha sempre affascinato. È un argomento così oscuro, spaventoso e per questo così affascinante. 

Ho molto apprezzato le parti del libro in cui l’autrice esponeva le caratteristiche principali di un soggetto psicopatico, mostrando molta conoscenza dell’argomento.

I colloqui con i serial killer sono sempre coerenti con la caratterizzazione del personaggio psicopatico, rendendo le scene più credibili e per questo inquietanti. 

Alaska non è solo un thriller, ma, alla storia dei due omicidi, si intreccia la “storia d’amore” dei due protagonisti Evelyn e Amarok, che mi è piaciuta e non rompe il ritmo del libro. 

Le prime pagine, in cui si narra di questa storia tra i due protagonisti, possono destabilizzare, confondendo un po’ il lettore circa il tema reale del libro, ma poi le due storie si intrecciano in perfetta armonia.

La scrittura è fluida, piena di suspence, incalzante. 

Alla fine di ogni capitolo, c’è la curiosità di sapere come continua la storia. 

L’unica pecca: la parte centrale del libro è un po’ piatta, ma poi il libro riprende ritmo. 

Infatti le ultime pagine l’ho lette tutte d’un fiato, fino a scoprire il colpevole.

Sul finale, però mi aspettavo di più; molto semplice. 

Mi aspettavo un finale un po’ più complesso, più contorto. 

Ma comunque non mi dispiace. 




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