Recensione: Acciaio


Acciaio di Silvia Avallone 

Titolo: Acciaio 
Autore: Silvia Avallone 
Genere: Narrativa italiana 
Prezzo Cartaceo: 18,00 € 
Prezzo Ebook: 3,49 € 
Pagine: 357 
Pubblicazione: 2010 
Editore: Rizzoli 
Valutazione: ⭐⭐⭐⭐

Trama: Nei casermoni di via Stalingrado a Piombino avere quattordici anni è difficile. E se tuo padre è un buono a nulla o si spezza la schiena nelle acciaierie che danno pane e disperazione a mezza città, il massimo che puoi desiderare è una serata al pattinodromo, o avere un fratello che comandi il branco, o trovare il tuo nome scritto su una panchina. Lo sanno bene Anna e Francesca, amiche inseparabili che tra quelle case popolari si sono trovate e scelte. Quando il corpo adolescente inizia a cambiare, a esplodere sotto i vestiti, in un posto così non hai alternative: o ti nascondi e resti tagliata fuori, oppure sbatti in faccia agli altri la tua bellezza, la usi con violenza e speri che ti aiuti a essere qualcuno. Loro ci provano, convinte che per sopravvivere basti lottare, ma la vita è feroce e non si piega, scorre immobile senza vie d'uscita. Poi un giorno arriva l'amore, però arriva male, le poche certezze vanno in frantumi e anche l'amicizia invincibile tra Anna e Francesca si incrina, sanguina, comincia a far male. Silvia Avallone racconta un'Italia in cerca d'identità e di voce, apre uno squarcio su un'inedita periferia operaia nel tempo in cui, si dice, la classe operaia non esiste più. 
Recensione: E' la storia di un'amicizia un po' torbida tra due ragazzine, che si svolge a Piombino. La scrittura appare moderna. L'Autrice sembra conoscere veramente bene questa realtà e, nonostante non sia toscana, ha saputo sottolineare anche quanto l'Isola d'Elba sia importante per gli abitanti di Piombino. Infatti, nel libro, incombe sempre come una presenza e nello stesso tempo come un miraggio. I personaggi sono ben tracciati, credibili e attuali, inseriti nei drammi familiari che si svolgono in un quotidiano amaro che toglie perfino la speranza. Non manca la riflessione sulla classe operaia, in un ambiente fortemente inquinato, che vive un ruolo difficile ma dal quale non riesce a svincolarsi, per sopravvivere. Insomma un romanzo un po' triste , ma che rappresenta davvero il disagio del mondo dei giovani e non solo. Oltre ad aver vinto il Campiello Opera Prima nel 2010, si è aggiudicata il secondo posto al Premio Strega. Per me ampiamente meritato. Un libro a mio parere stupendo e che consiglio. 


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